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Come la folgore sorge da Oriente

La tua nascita, o Cristo, nostro Dio, ha fatto sgorgare nel mondo la luce della scienza; grazie a essa, coloro che adoravano gli astri, da un astro h

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17/03/20190

“Gaudete et exsultate”: la santità è «gioiosa», per papa Francesco

Si è tenuto lunedì 11 marzo, presso il Centro pastorale “Lumen gentium” di Castellaneta (Taranto), l’incontro di presentazione di Gaudete et exsultat

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07/03/20190

Percezione del peccato e libertà dei figli di Dio. Ovvero: il male peggiore e più diffuso al mondo

Nel mondo non esistono disgrazie. Non esiste la fame, l’odio, la separazione. Non esistono catastrofi, lutti, sofferenze, morte e malattie. O meglio:

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Il Cielo è l’universo, e la legge suprema che l Il Cielo è l’universo, e la legge suprema che lo governa – che ne governa i moti – è la legge di Dio, l’amore. Questa verità è implicita nella parola stessa “universo”, unus-versus, “tutto ciò che viene ruotato da uno”, quello che secondo Aristotele è il “primo motore”, che «muove», cioè attrae, «come ciò che è amato, mentre tutte le altre cose muovono essendo mosse».
Curiosità: da “universo” deriva il termine “cattolico”, in greco καϑολικός, “universale”. Per questo motivo, la Chiesa cattolica è anche detta “Chiesa universale”.
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Leggere questo passo del profeta Isaia mi commuove Leggere questo passo del profeta Isaia mi commuove sempre profondamente. Non vi sembra proprio così? Nella grotta di Betlemme, oltre evidentemente a Maria e Giuseppe, c’erano solo loro ad assistere alla nascita del bambino Gesù, dandogli quel calore, quell’accoglienza letteralmente “calorosa”, che gli uomini – nella freddezza del loro cuore – gli avevano invece negato.
Ispirato agli scritti di sant’Agostino: «Giovan Ispirato agli scritti di sant’Agostino: «Giovanni è la voce. Del Signore invece si dice: “In principio era il Verbo” (Gv 1,1). Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio.
Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Dove non c’è senso intelligibile, ciò che rimane è semplicemente un vago suono. La voce senza parola colpisce bensì l’udito, ma non edifica il cuore».
«Se voi mi diceste che una persona con la quale a «Se voi mi diceste che una persona con la quale avessi appena finito di parlare e ch’io conoscessi intimamente, non fosse lei, ma ch’era tutta una mia illusione e che voi lo sapete benissimo, io senza dubbio crederei più a voi che non ai miei propri occhi; ma se questa persona mi avesse lasciato alcuni gioielli e io me li ritrovassi in mano, pegno del suo grande amore, mentre prima non ne avevo affatto, sicché ora, da povera che ero, mi vedessi ricca, io non potrei proprio credervi, per quanto lo volessi» (santa Teresa d’Avila).
Una nuova porta si staglia adesso davanti al gregg Una nuova porta si staglia adesso davanti al gregge, diversa da quella del recinto originario; un accesso finalmente libero alla verità e alla vita.
“Il pastore è l’Agnello”
Non vuol essere un re (Gv 6,15), se non con la cor Non vuol essere un re (Gv 6,15), se non con la corona di spine e lo scettro della croce.
Nel realizzare questo post, mi sono ritrovata alle Nel realizzare questo post, mi sono ritrovata alle prese con un piccolo problema di grafica: insomma, dov’è Gesù, nell’immagine sopra?! Non dovrebbe essere lui, il protagonista, anche del Vangelo di oggi?
E invece l’ho dovuto tagliar fuori, semplicemente perché la scena era troppo estesa e tutti i personaggi non ci stavano.
Poi però ho pensato: è lui stesso che ha deciso di tagliarsi fuori, per lasciar spazio ai discepoli (in questo caso, Pietro e Giovanni), “distributori” materiali dei pani e dei pesci moltiplicati; Gesù si è limitato a “produrli”.
Questa dinamica della produzione (da parte di Dio)-distribuzione (da parte degli uomini) delle grazie materiali e spirituali vale sempre, all’interno della Chiesa “cattolica” nel senso etimologico del termine. Le grazie sono beni “universali” da amministrare e di cui disporre nel miglior modo possibile. Per esempio: se – per assurdo – i discepoli si fossero tenuti per loro tutto quel “ben di Dio” (appunto!), magari accumulandolo alla maniera degli avidi, la folla non si sarebbe sfamata. Peggio ancora se l’avessero disperso. E se, dopo che avevano ricevuto il privilegio di ascoltare dalla viva voce di Gesù i suoi ammaestramenti, si fossero adagiati e avessero omesso di riportarli, tante e tante anime – l’equivalente di quella folla – sarebbero rimaste a digiuno. Un digiuno spirituale, molto più deleterio di quello del corpo.
È colpa di chi spreca il cibo, se qualcuno nel mondo muore di fame. È colpa del parroco negligente, se una comunità va allo sbando. Si chiama principio di sussidiarietà: è il Padre che si fida di noi e ci affida ruoli di responsabilità sui nostri fratelli (Gn 4,9).
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La verità nella carità; la carità nella verità La verità nella carità; la carità nella verità
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Post-it: appunti sulla storia di santa Caterina da Post-it: appunti sulla storia di santa Caterina da Siena (tra i contenuti in evidenza di questo profilo)
La filo-Sofía del Montfort Oltre alle opere seg La filo-Sofía del Montfort
Oltre alle opere segnalate, merita una menzione anche la “Preghiera infuocata”, che ben descrive il genere di sacerdoti che san Luigi cercava per la sua congregazione. Ne riportiamo di seguito una serie di passaggi “divampanti” e di sicuro – in quanto tali – illuminanti la mente e scaldanti il cuore.
N.B. «Da Matri tuæ liberos, alioquin moriar» (Gn 30,1). Come aggettivo, “liberos” vuol dire “libero”, non-servo; come sostantivo, vuol dire “figlio”. Tale parola racchiude in sé due significati, entrambi a indicare il legame filiale, il giogo lieve e amoroso che ci tiene uniti a Dio Padre e a Maria, nostra Madre. A tal proposito, il Montfort parla di «schiavitù d’amore», laddove la catena è una catena di rose (il rosario), prefigurazione della corona (altrimenti detta tale) che riceveranno in paradiso i «servi buoni e fedeli» (Mt 25,21). È questa la «corona di gloria che non appassisce» (1Pt 5,4), perché “servire” in questo mondo equivale a “regnare” nell’altro.
«Che cosa ti chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la tua libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre, fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà.
Liberos! Uomini totalmente dedicati a te per amore e disponibili al tuo volere, uomini secondo il tuo cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i tuoi disegni e abbattano tutti i tuoi nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario.
Liberos! Uomini simili a nubi elevate da terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Chi sono quelli che volano come nubi? Andavano là dove lo Spirito li dirigeva».
La “pratica” di Dio La “pratica” di Dio
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